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venerdì 30 gennaio 2015

La tortura della Super Bowl...

Per me è iniziata con 45 minuti di ritardo, quando siamo andati a casa di amici dopo l' ultimo spettacolo di Grease in cui c'era mia sorella, ma vi assicuro che le due ore che mi sono sorbita fin ora le ho sentite tutte.

Il fatto é che non sono una fan del football e non lo capisco: ogni volta che guardo la TV i giocatori stanno passeggiando tranquilli per il campo. Seriamente, sarò sfigata io, ma credo di aver visto due minuti di gioco al massimo.
Quindi ora sono seduta qui per terra, scrivendo un post sul cellulare, e chiedendomi perché non sia stata abbastanza previdente da portarmi un libro da leggere. L'unico intrattenimento che ho un questo momento è Candy Crush, ma ho finito le 5 vite e devo aspettare almeno mezz'ora.  Crap.

Ad ogni modo, l'esibizione di Katy Perry tra il primo e il secondo tempo è stata molto carina. Non sono una fan, ma credo che durante una partita di football persino Justin Bieber attirerebbe la mia attenzione. No, forse Justin Bieber no.
Comunque non riesco a credere di essermi persa Idina Menzel che cantava l'inno, quello mi interessava davvero!

Ogni tanto qualcuno urla il mio nome per sapere se sono ancora viva, nascosta qui dietro al bancone della cucina. Per lo meno non mi obbligano a guardare la partita con loro, non reggerei.

Questo post noioso è già abbastanza lungo, scusate, ma devo dire che rispecchia alla perfezione il mio stato d'animo.  Yuh hu.

Vi

giovedì 22 gennaio 2015

6 months in the US


This is it. Ho raggiunto il traguardo dei sei mesi. Più di metà della mia esperienza se n'è già andata.
Come mi sento? A volte sembra siano passati secoli, altre volte il tempo è volato. Ci sono situazioni che sono cambiate completamente e altre che sono rimaste immutate per tutti e sei i mesi. Sono stati sei mesi di sorprese continue.

Ho cercato di scrivere un paragrafo molto profondo e filosofico sulle persone che ho conosciuto, quelle con cui ho fatto effettivamente amicizia, e quelle con cui non ho più parlato, ma faceva abbastanza schifo, per cui ho deciso che farò un elenco dei momenti più belli di questi primi sei mesi.

  • 22 Luglio. Atterrata all'aeroporto di Chicago ho incontrato la mia famiglia ospitante. Una delle mie prime frasi è stata "Oh my gosh, you're all so tall!".
  • Il viaggio in macchina verso l'albergo. Sommersi dalle valigie e con una chitarra stesa sopra di noi, abbiamo guidato per 20 minuti fino all'albergo.
  • Bagno in piscina con la coda da sirenetta. Nella piscina dell'albergo ho provato la coda da sirena di mia sorella più piccola e ho conosciuto meglio la famiglia.
  • Giornata al lago. In Wisconsin abbiamo trascorso una giornata al lago con i parenti della Hmom.
  • Tubing. In Michigan abbiamo fatto tubing quasi ogni giorno. Emozionante.
  • Giro in barca al tramonto. Sempre in Michigan, una sera abbiamo fatto un giro in barca stupendo.
  • Prima messa alla Scottsdale Bible Church. Non avevo idea che la messa potesse comprendere chitarre elettriche, luci e cantanti fenomenali.
  • Primo giorno di scuola. L'emozione del primo giorno di scuola non credo sia equiparabile a nessun altra esperienza che ho fatto qui.
  • M mi ha chiesto se volevo sedermi con i suoi amici. La mensa è enorme e chiassosa, dopo un paio di tentativi capisco come comprare il cibo e riesco a procurarmi un panino. Faccio per appoggiare la borsa sul tavolo, quando un ragazzo mi si avvicina e mi chiede "Hey, do you wanna sit with us so you're not alone?". Non l'ho mai visto prima, non è in nessuna delle mie classi, è solo un ragazzo gentile che non vuole vedere la nuova arrivata seduta da sola. M fa ancora parte del gruppo con cui mi siedo a pranzo ogni giorno.
  • I ragazzi che mi hanno aiutata a trovare le varie classi. Compagni di classe e anche persone a caso che mi vedevano girovagare per i corridoi con l'orario in mano, Grazie.
  • Il recupero del test di bio con R. Segregate nel laboratorio di scienze, abbiamo fatto un test ridicolo sulla sicurezza in laboratorio e abbiamo iniziato a conoscerci.
  • Incontro con Z e S. I due che sono riusciti a rendere le prime lezioni di inglese meno umilianti per la povera exchange italiana.
  • Tra i primi violini. Ero sicura di essere stata messa nei terzi, speravo nei secondi, ho visto il mio nome nella lista dei primi. Felicità.
  • Club Rush. La prima esperienza di spirito scolastico.
  • Homecoming football game. Prima partita di football e tentativi di fare amicizia con gente a caso. I wolfden in prima fila facevano morire.
  • Homecoming dance. Ballare sulle note di scadenti canzoni pop non era mai stato così divertente. 
  • Vincere la Chair Placement CHallenge. Pensavi di potermi fregare il posto, eh, stronzetta? Muahaha. Come diceva mia sorella quella sera "Vi kicked ass, today!"
  • Roots camp. Ho incontrato Neus e conosciuto altre ragazze americane.
  • Incontro con B. Dopo che il gruppo del pranzo si era sfasciato, ho deciso che avrei trovato qualcuno con cui sedermi a tutti i costi. Appena salite le scale ho trovato B che mangiava da solo seduto per terra e gli ho chiesto se potevo unirmi a lui. Un altro che fa ancora parte del gruppo con cui mi siedo a tavola.
  • I pranzi con B. Sole caldo, macedonia fresca e la prima persona che potevo considerare davvero amica.
  • Disneyland. Devo davvero descriverlo?
  • Incontrare B a Disneyland. Già incontrare la vicina di casa al supermercato è un'emozione, figuriamoci un amico a Disneyland.
  • Incontro con le due A. B si è girato verso di loro, che sedevano dall'altra parte del palo, e si è messo a chiacchierarci.
  • A(2) mi ha chiesto se in italia parliamo francese. Per quanto fosse stupido, voleva solo trovare qualcosa che avessimo in comune.
  • A mi ha invitata con i suoi amici a musical della scuola. Cosa c'è di meglio della prima uscita con gente americana?
  • Pumpkin carvin'. That's so american.
  • Greek goddesses. I vestiti coordinati di me e mia sorella erano stupendi.
  • Tick or treat? Alcune case erano mozzafiato.
  • Lost Canyon. Un weekend indimenticabile.
  • Thanksgiving. Ospiti e cibo. Ho detto tutto.
  • Black Friday. Bonding time with my little Hsis.
  • Grand Canyon. Una delle sette meraviglie del mondo naturale e per di più vista con le mie amiche, mia sorella e mio padre. *.*
  • Christmas Carols on Christmas Eve. Quello è stato un momento della serata decisamente figo.
  • Christmas Day. Natale!!
  • Pranzo fuori con gli amici dopo un early release.
  • Two sleepovers in a row with Paula.

lunedì 19 gennaio 2015

Youtubers for one day

Ieri io e la mia amica tedesca P ci siamo trovate in giardino da lei a parlare della nostra esperienza in America. Poi abbiamo acceso una telecamera ed abbiamo registrato il tutto.

Ecco a voi dunque il frutto di un pomeriggio di Gennaio in Arizona, quando le giornate sono bellissime, ma in giro non c'è un'anima, per cui ti ritrovi seduto in giardino a far niente.



Parliamo di ciò che avremmo voluto sapere prima di arrivare in America ed in generale esprimiamo i nostri (talvolta diversi) punti di vista riguardo argomenti come la scuola, gli amici, il tempo libero, il cibo etc...


Enjoy! :)


Vi

giovedì 15 gennaio 2015

Enjoying Arizona weather with friends

Qui si dice che in Arizona ci siano solo due stagioni: estate ed inverno. Io non sono d'accordo: qui ci sono solo estate e primavera. Sì, perché non si tratta di un inverno tiepido, come quello che ho trascorso a Melbourne (grigio, aria pungente e un po' piovoso, ma di temperatura sempre una decina di gradi sopra lo zero). No, qui sono fissi 20 °C, sole caldo, cielo azzurro, brezza fresca, uccellini che cantano e fiori nelle aiuole. Se questo è l'inverno, beh, è appena diventato la mia stagione preferita.

Ieri mattina abbiamo avuto un early release ed il gruppo con cui un paio di mesi fa ero andata fuori a pranzo mi ha invitata ancora. L'altra volta erano state un paio di ore piacevoli, anche se ero stata abbastanza in disparte, intervenendo quasi solo se interpellata e principalmente osservando il gruppo divertirsi. I motivi erano due: 1) loro sono i famosi choire kids, molto chiassosi e sempre a parlare del coro, di cui io non sapevo niente 2) non li conoscevo ancora molto bene e per quanto fossi generalmente integrata nella vita americana, era ancora difficile per me "hang out" con i teenagers americani.

Ieri invece ci siamo incontrati davanti al parcheggio senza nemmeno organizzarci più di tanto, abbiamo chiacchierato aspettando gli altri senza fermarci agli imbarazzanti saluti iniziali (anzi, li abbiamo saltati proprio), poi siamo saliti in macchina e abbiamo guidato tra le risate fino al ristorante. E io sono stata trattata come un di loro. Sì, niente gentilezze innaturali, niente domande di cortesia e niente finte conversazioni sull'italia. Loro non dovevano più sforzarsi di coinvolgermi nel discorso, perché era naturale che ne facessi parte, e se per caso non sapevo di cosa stessero parlando, chiedevo e basta, senza preoccuparmi di oddio, e se sono fatti loro? E se non hanno voglia di perdere tempo a spiegarmelo? No, ormai sono parte del gruppo. Scherzo con loro, mi diverto con loro e... perché no? Mi piace pensare di far parte della loro vita, mi piace pensare che Anna non abbia nemmeno dovuto pensare se invitarmi a pranzo con loro, ma l' abbia fatto e basta, aggiungendomi alla lista di contatti.

Abbiamo aspettato per una quarantina di minuti che si liberasse un tavolo, poi finalmente ci siamo seduti a tavola, abbiamo ordinato pizze e pizookies, e ci siamo divertiti.
Non c'è nemmeno molto da raccontare riguardo ciò che abbiamo fatto: è stato un pranzo allegro in cui abbiamo riso, scherzato e giocato al telefono senza fili. E siamo stati imbarazzatissimi dal fatto che M si fosse messo la maglia della divisa del ristorante e fingesse di lavorare lì.  Imbarazzante, ma divertente. Un normale pranzo tra amici. E non c'è cosa migliore.

E qui entra in gioco l' Arizona weather: il nostro bellissimo pomeriggio è stato reso perfetto anche dal clima. Il 14 Gennaio ci siamo seduti a mangiare la pizza in un giardino, sotto degli alberi già pieni di foglie (sì,  probabilmente gli unici due alberi in tutto il deserto),  circondati da parenti colorate illuminate dal sole. Era l' atmosfera perfetta.

Poi c'è stato il tragitto verso casa. Non ho salutato gli altri nel parcheggio scambiandoci i numeri di telefono e promesse di uscire di nuovo insieme molto presto, perché li rivedrò domani a scuola e mi siederó a pranzo con la maggior parte di loro. Non ho ringraziato A. 50 volte perché mi stava accompagnando a casa mentre salivo in macchina, ho aperto la portiera e mi sono seduta davanti. Quando mi ha detto quanto fosse felice che fossi tornata in città e che le ero mancata, non ho aspettato due minuti a ricordarle che sono due mesi che vogliamo fare pigiama party. Arrivati nel mio quartiere, ha guidato fino alla mia porta senza chuedermi dove svoltare. R, una bolta scesa, si è "ripreso il suo posto davanti", scherzando sul fatto che da quando ci sono io lui è segregato nei sedili posteriori.
Abbiamo riso, scherzato e ci siamo divertiti come un gruppo di amici. Sì,  ero in un gruppo di 8 persone e mi sentivo trattata da amica. Non so da quanto tempo aspettavo questo momento.

Boh, questa canzone mi mette allegria e oggi sono di buon umore.


Vi

sabato 3 gennaio 2015

Mi sono persa capodanno?

Non ho mai amato le grandi feste, né tanto meno discoteche e locali, per cui i miei capodanni sono sempre stati tranquilli: cena e brindisi con degli amici di famiglia quando ero più piccola, pigiama party alle medie e giri per la città con le mie amiche alle superiori. Niente di speciale o straordinario, però ho sempre aspettato il passaggio all'anno nuovo urlando il coutdown, brindando con lo spumante, abbracciando le mie amiche ed augurando un buon anno a chi mi stava intorno. Mio padre sparava i fuochi d'artificio in giardino e io li guardavo da dietro la finestra con mia mamma, oppure ero in piazza al freddo e quelli partivano esattamente alla mezzanotte, rendendo il momento ancora più emozionate. Il punto non è mai stato festeggiare le ultime ore dell'anno, quanto piuttosto le prime di quello nuovo! Certo, da piccola piccola mia mamma mi mandava a letto alle 12.30, ma soprattutto alle medie lo scopo era quello di godersi il più possibile la nottata, cercando ogni anno di battere il proprio record.

Qui in America non si usa festeggiare, soprattutto tra i ragazzi: se non vai ad una festa illegale con alchool e droga, non fai assolutamente nulla. Non dico semplicemente che non fanno una festa, ma non fanno proprio niente: stanno da soli a casa e la grande domanda che si fanno il giorno dopo è "ma allora tu sei riuscito a stare su fino a mezzanotte?". Tra l'altro a Phoenix, dove sono i miei amici, la mezzanotte arriva due ore dopo NY, per cui molte persone scrivevano su fb cose come "la palla di NY è caduta, questo è tutto ciò che conta, ora posso andare a dormire. Buon anno a tutti."

Io ora sono in Michigan con mio padre e mia sorella e stiamo a casa dei nonni. La sera di capodanno abbiamo mangiato gambe di granchio - forse l'unica cosa figa della serata insieme alla chiamata skype con i miei alla mezzanotte italiana, dove ho brindato con il succo di mela nel bicchiere di plastica - abbiamo giocato a carte con i nonni fino alle 9, poi loro sono andati a letto e noi tre abbiamo guardato un film. Alle 12 abbiamo cambiato canale e guardato la palla di NY cadere, sussurrando il countdown per non svegliare i nonni, abbiamo sparato una stella filante a testa, ci siamo augurati buon anno e siamo andati a letto. Fine.

Tra l'altro, la cosa che mi ha stupita di più è che hanno fatto "tutto questo" solo per me. Della serie che se non ci fossi stata io sarebbero andati a letto anche loro alle 9! Non è solo un'impressione, l'hanno proprio detto... classica domanda da parte dei parenti: "siete riusciti a stare svegli fino a mezzanotte ieri?" risposta dell'Hdad: "eh sì, Vi ci teneva tanto."

Io vi giuro che ho provato e riprovato a convincermi che ero comunque soddisfatta del mio capodanno, perché di per sé non è stata una brutta serata, però non ci riesco, mi sembra di averlo salato a piè pari! C'è solo una cosa che posso dire di questo capodanno americano: molto molto triste.

Vi



giovedì 1 gennaio 2015

Vigilia e Natale

Scusate se non scrivo a secoli, ma come sempre qui sono molto impegnata. Il che significa che dall'ultima volta che ho scritto sono successe molte cose! Ciò che voglio raccontarvi in questo post è come ho passato le feste.

Dec 24, Christmas Eve
Mi sono svegliata con tosse, raffreddore e mal di gola, nessuno era in casa, dovevo aspettare ancora qualche ora per fare skype con i miei e non avevo nulla da fare. Sì, non è stata una bella giornata, per lo meno all'inizio. Non pensavo mi sarebbe mancata la mia vigilia italiana (abbiamo sempre gli stessi amici a cena), ma nessuno sarebbe venuto a mangiare da noi, né a pranzo né a cena e nemmeno a Natale o santo Stefano, per cui per me in qualche modo era come ignorare la vigilia e per qualche ora ho veramente desiderato di essere in Italia a. Per tenermi occupata mi sono vestita comunque con un vestito rosso che secondo me fa molto vacanze natalizie, ho fatto il bagno al cane e ho fatto colazione. Emozionante.
Più tardi in mattinata abbiamo giocato a carte ed a dei giochi in scatola, il che mi ha divertita, ma non ha comunque eliminato la sensazione di insoddisfazione per questa vigilia. Ciò che più mi è mancato, e davvero non pensavo fosse così importante per me, ma a quanto pare lo era, è stato la poca importanza che hanno dato alla cena. L'avevo già notato al Thanksgiving, quando in un'ora avevamo già mangiato e sparecchiato, ma lì non mi aveva dato molto fastidio perché quella non è una festività a cui tengo e non ho nessuna tradizione da mantenere. Invece alla vigilia di Natale, anche se la mia famiglia italiana non ama fare le cose in grande, abbiamo sempre amici a cena, si prepara la tavola con colori coordinati, si mettono un paio di decorazioni, ci si veste bene, ci si scambia un pensierino, si mangiano antipasti, primo, secondo, dolce, frutta, panettone o pandoro e si chiacchiera tanto e a lungo, per ore, rendendo la serata, un momento speciale. Qui in America invece alle 4 ci siamo seduti a tavola, da bere avevamo la cocacola e il succo di mela, rigorosamente in bicchieri di plastica colorata, il cibo era buono, ma come sempre abbiamo messo tutto nello stesso piatto e l'abbiamo mangiato il più in fretta possibile per poter aprire un paio di regali ed andare a messa. Se anche solo ce la fossimo presa più con calma, sarebbe cambiato tutto, e probabilmente i bicchieracci fuxia e verde fluorescente non mi avrebbero nemmeno dato fastidio. E invece nel giro di due ore la vigilia era finita e stavamo già parlando di cosa fare il giorno dopo.
Sembra che questo sia il modo in cui festeggiano in generale gli americani, e se io un po' ci ho sofferto, la mia amica tedesca, abituata a dare molta più importanza alla vigilia che a Natale, mi ha praticamente telefonata in lacrime, dicendo che nemmeno l'avevano salutata quella mattina, che non avevano passato il giorno in famiglia o tra amici ma, testuali parole, cercando solo di precipitarsi fuori di casa il prima possibile. Per lo meno la mia serata ha avuto dei momenti molto piacevoli, come quando abbiamo aperto un regalo ciascuno e abbiamo ricevuto dei pigiami coordinati (quelli interi da diversi animali).
Tornati a casa dalla chiesa, però, è cambiato tutto. A quel punto ce la siamo presa con calma: abbiamo mangiato la torta di mele col gelato, una fetta di panettone orrendo, abbiamo cantato e suonato christmas carols, abbiamo guardato un film natalizio, io e la sorella piccola ci siamo strette in alleanza contro l'altra sorella e abbiamo ottenuto di svegliarci alle nove invece che alle sei il giorno seguente... e semplicemente abbiamo chiacchierato e passato una bella serata.

Dec 25, Christmas day
Alle cinque del mattino mi sono svegliata stando peggio del giorno prima, mi sono alzata per andare a prendere qualcosa, qualsiasi cosa, in cucina, ma sono stata intercettata dal papà ospitante che era seriamente preoccupato che potessi andare a sbirciare i reali si Santa. No ma, davvero? Comunque al mattino (alle 8:45!! Unfair.) ci siamo alzati e abbiamo aperto le stokings - anche il cane ne aveva una!
Poi abbiamo fatto colazione con green eggs and ham, che è una qualche citazione di un libro o film, abbiamo mangiato i pankakes, che il papà aveva fatto a forma di cose natalizie e noi dovevamo indovinare e ci siamo abbuffati - praticamente ciò che mi era mancato la vigilia!
Dopodiché abbiamo aperto le marea di regali che abbiamo ricevuto, ma uno alla volta, cosa a cui non ero affatto abituata: a casa mia, soprattutto quando ero più piccola, è sempre stata una gara tra me e mia sorella a chi ottiene l'attenzione dei nostri genitori mentre apriamo più regali possibili.
Il regalo più bello, è stato il biliardino! Quanti ricordi, davvero! Ci ho giocato moltissimo alle medie ed è stato così bello scoprire di essere ancora brava! (Ho battuto il papà per tre volte di fila e lui non perde mai a niente.)
Tra le varie cose che ho ricevuto c'è stato un TELEFONO. Sì, un CELLULARE! Oltre a quello una bibbia - per quanto al momento ci sia rimasta, si vedeva che è il regalo a cui tenevano di più: ci hanno fatto incidere il mio nome e la mamma ha personalmente attaccato tutte le linguette segnalibro per un pomeriggio intero. Altro regalo religioso: un devotional, che sarebbe un libro con una frase d'incoraggiamento ed un versetto della bibbia per giorno. Anche se ho vissuto per cinque mesi con loro, davvero non mi sarei aspettata regali religiosi. Altri regali: una felpa simpatica di cui posto poi una foto, una maglia di harry potter, mooolti orecchini, un paio di collanine, un termos per il caffè con il mio soprannome, un cardigan blu, una lanterna che proietta lucine sui muri e diverse gift cards dai veri parenti - da cui non mi sarei aspettata regali.
Per il resto è stata una bella giornata, molto tranquilla: alla sera siamo andati al cinema a vedere Into the Woods (io, la Hsis piccola e la Hmom) e lo Hobbit (Hdad e Hsis grande).